La strategia del premio

In questi giorni stavo pensando a quanto sia gratificante finire un allenamento o una gara, saper di aver dato il massimo, sentire di essere stati concentrati… magari aver reagito anche ad una crisi… fisica o di testa… ad un momento in cui avremmo voluto fermarci o rallentare ma non l’abbiamo fatto… E ci troviamo a guardare l’orologio e dire… cavolo… ma alla fine non ero così “morta”, meno male che ho tenuto duro…

A questo punto di solito le alternative sono diverse… O siamo già proiettati all’allenamento, gara, successivi, presi dall’onda dell’entusiasmo e dell’adrenalina, “vittime” delle endorfine che l’allenamento ha prodotto… O ci stiamo “rimproverando” perché avremmo potuto fare di più, vorremo quasi tornare indietro per non mollare proprio in quel momento o aumentare la velocità in quel punto preciso della ripetuta… Oppure ci godiamo quello che abbiamo appena fatto, appagati di come sia andata…

Negli ultimi anni ho capito come questa ultima strategia giochi un ruolo fondamentale nella mia testa e quindi negli allenamenti… Ho imparato a premiarmi… A sapere che dopo essermi impegnata per qualcosa debba darmi una pacca sulla spalla, come si fa con un amico… Perché molto spesso noi stessi siamo le persone con cui siamo più severi e duri, a cui non concediamo mai un errore e anche quando facciamo tutto bene, non diciamo mai bravo!

Il “festeggiamento” al raggiungimento di un obiettivo è diventato un mio punto cardine… Per festeggiamento non intendo la vacanza alle Maldive (sarebbe poco fattibile dovessi concedermelo al termine di ogni allenamento!!!!🤣) Piuttosto che il regalo super costoso… Ma
intendo anche solo un caffè al bar subito dopo l’allenamento, un film in TV la sera, un bicchiere di vino a cena… Sapendo però di potermelo gustare esattamente come si fa per un premio o un regalo! Vi assicuro che bere un caffè così per berlo o gustarselo sapendo di “aver fatto il proprio dovere” ha tutto un sapore diverso! A questa sensazione penso spesso quando durante un allenamento o una gara vorrei mollare, penso al premio che mi sono “prefissata” e a come potrei godermelo se sapessi di aver dato il massimo…. E al sapore amaro che avrebbe se, per contro, sapessi di essere stata “pigra”!

Per quanto mi riguarda tutto questo, mi aiuta a risvegliare tanto entusiasmo, a volermi bene e a godermi molto di più il lavoro fatto!

Sara